
L’insufficienza renale cronica nel gatto (IRC)
6 Marzo, 2022L’insufficienza renale è una sindrome progressiva, che consegue a una perdita irreversibile di funzionalità del rene.
Può avere due forme: acuta (IRA), quando insorge improvvisamente e se trattata si risolve e cronica (IRC), quando perdura per almeno 3 mesi e non si risolve se trattata.
Si manifesta soprattutto in gatti maturi o anziani, ma può colpire anche soggetti molto giovani.
I reni svolgono molte funzioni importanti, come la regolazione dell’equilibrio idrico ed elettrolitico, la rimozione delle scorie azotate e la produzione di alcuni ormoni.
Eziologia
Alcune razze di gatti possono essere maggiormente predisposte a patologie renali:
- Abissino, Siamese, Orientale: soggetti a amiloidosi.
- Gatto domestico a pelo lungo, Himalayan, Persiano: rene policistico.
- Persiano: displasia renale.
- Gatto domestico a pelo corto, Himalayan: agenesia renale unilaterale.

Esistono test genetici che possono indicare se il gatto può essere predisposto ad alcune di queste patologie.
Generalmente gli allevatori non vendono e non fanno riprodurre i soggetti che sono portatori degli alleli predisponenti a malattie.
Cause di insufficienza renale:
- infezioni infettive, virali o batteriche,
- displasie renali congenite
- malattie autoimmuni
- neoplasie (malattie tumorali)
- alcuni farmaci nefrotossici: fare particolare attenzione ad alcuni antinfiammatori ad uso umano (acido acetilsalicilico, ibuprofen, ecc…), antifungini e chemioterapici
- intossicazione da ingestione di piante o altre sostanze tossiche
- calcoli renali
- alterazioni vascolari e/o ischemiche
Sintomi
I sintomi iniziali di insufficienza renale cronica possono insorgere in maniera subdola e passare inosservati dal proprietario, perché si manifestano solo quando oltre il 70% dei nefroni sono gravemente ed irreversibilmente danneggiati.
Questa condizione comporta ritardi nella diagnosi e nel trattamento, esitando a volte nella morte del paziente, nonostante le terapie.
Proprio perché i sintomi non sono sempre facili da individuare è importante eseguire esami di routine nei gatti adulti e anziani, che ci aiutano ad individuare precocemente la malattia prima della comparsa di segni clinici.
I sintomi più frequenti da monitorare sono:
- anoressia,
- vomito,
- diarrea,
- anemia,
- pallore delle mucose,
- ulcere della mucosa buccale,
- alitosi,
- perdita di peso,
- disidratazione,
- aumento della pressione arteriosa,
- abbattimento del sensorio.
La morte sopraggiunge per intossicazione uremica, che significa che le sostanze tossiche che dovrebbero essere escrete con le urine, rimangono in circolo e provocano un collasso del’intero organismo.
Diagnosi
Il veterinario sospetterà l’insufficienza renale cronica in base ai sintomi ed alle rilevazioni eseguite durante la visita.
Per avere una conferma, si eseguiranno degli esami (del sangue, delle urine, ecografia, ecc…) che permetteranno anche di valutare la gravità della malttia.
Urea e creatinina sono marker “tardivi” di patologia: questo significa che, nel momento in cui si alzano, purtroppo gran parte del rene è già compromessa.
Recentemente è stato introdotto un altro parametro di laboratorio chiamato SDMA che, in caso di ridotta funzionalità renale, aumenta precocemente rispetto a creatinina e urea.

Inoltre è consigliabile misurare la pressione del gatto e un esame del fondo oculare per escludere danni alla retina che possono rendere il gatto cieco.
Anche l’esame delle urine ci può fornire indicazioni importanti sulla salute del nostro gatto e dei suoi reni: la proteinuria (presenza di proteine nelle urine) può indicare che il rene non filtra correttamente anche quando i valori di urea e creatinina sono ancora normali.
Purtroppo la proteinuria non è un segno patognomonico di IRC, quindi le analisi vanno valutate dal veterinario.
Stabilire la prognosi
In base ai valori clinici e di laboratorio, sarà possibile riconoscere quattro stadi di malattia e quindi stabilire anche la gravità dell’insufficienza renale e la prognosi.
Ad esempio un paziente in stadio II ha un aspettativa media di vita di qualche anno (in media 3), mentre un paziente in stadio IV ha un’aspettativa di vita media di circa un mese.
A prescindere o meno dalla comparsa dei sintomi prima citati, in un animale anziano (maggiore di 7-8 anni) è consigliabile sempre fare dei controlli di base della funzionalità renale almeno una volta all’anno, perché spesso, quando cominciano a comparire alcuni sintomi, l’IRC si trova già in una fase molto avanzata con minime possibilità di recupero.
Nei gatti è stato osservato che la perdita di condizione fisica e di peso, è determinante nello stabilire la prognosi, quindi il tempo di sopravvivenza del micio.
Gatti più grassi, ma soprattutto con maggiore massa muscolare, hanno tempi di sopravvivenza più lunghi, mentre gatti cachettici muoiono in più breve tempo.
Per questo, il veterinario deve valutare il reale stato muscolare del micio, il quale potrebbe essere grasso, ma con una muscolatura già compromessa.

Infine, i pazienti che vengono controllati regolarmente (ogni 3-6 mesi a seconda della gravità dell’IRC) dal veterinario, hanno una prognosi migliore rispetto agli altri, perchè i controlli permettono di seguire l’andamento della malattia ed aggiustare la terapia.
Terapia
Avere un quadro completo della situazione clinica del gatto al momento della diagnosi è fondamentale per una corretta gestione.
L’insufficienza renale cronica è una patologia progressiva nel tempo (quindi non guarisce, ma tende anzi a peggiorare) ma una corretta gestione terapeutica della stessa e di eventuali malattie concomitanti può rallentarne lo sviluppo, ridurre le complicanze e garantire una buona qualità di vita al paziente.
Spesso al momento della diagnosi la causa scatenante non è più presente, perchè come dicevamo i segni sono subdoli e quindi viene diagnosticata tardi.
La funzionalità del rene perduta, non è recuperabile.
La terapia è quindi solo di supporto, per rallentare la progressione dell’IRC tramite fluidoterapia (favorisce l’eliminazione di sostanze tossiche), utilizzo di gastroprotettori, antiemetici e farmaci antipertensivi.
Fondamentale risulterà l’alimentazione: quella ideale dovrebbe avere un apporto proteico bilanciato con proteine di altissima qualità, integrazione di vitamine, antiossidanti, acidi grassi omega3 e potassio.
Esistono numerose diete commerciali ideali per questi pazienti o in alternativa possiamo prendere in considerazione l’alimentazione casalinga ma solo se formulata da un veterinario esperto in nutrizione.
L’utilizzo di cibo umido aiuta ad aumentare la quantità di acqua assunta e limita la disidratazione.
Molto importante è anche stimolare il gatto a bere, ad esempio con l’utilizzo di apposite fontanelle.
Inoltre, se il fosforo nel sangue dovesse risultare elevato, possiamo somministrare farmaci che svolgono funzione chelante, ossia aiutano il rene ad eliminarlo.
Un ruolo fondamentale avranno anche le integrazioni con acidi grassi essenziali, in particolare gli omega-3 che hanno funzione antinfiammatoria sulle cellule renali.
Verranno infine forniti, se necessario, farmaci per abbassare la pressione sanguigna, ridurre la proteinuria e aumentare la produzione delle cellule del sangue, se il paziente è anemico.
Prevenzione della malattia
Questa malattia si previene, nel gatto, per prima cosa alimentandolo con un alimento di buona qualità.
L’alimentazione deve essere possibilmente umida, con fonti proteiche provenienti da carne e non da derivati, quindi con proteine nobili.
Fondamentale sarà poi di effettuare visite e controlli regolari, con ecografie ed esami del sangue e delle urine al fine di verificare la presenza di anomalie.
Fare particolare attenzione al comportamento ed alle necessità del gatto: normalmente è un animale che beve poco.
L’aumento della sete deve essere un campanello di allarme che ci indica la necessità di effettuare una visita e delle analisi.
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